Scopri la Mela
iPad, iPod, iMac, iPhone. La “i” associata ai prodotti Apple è ormai una combinazione che tutti, ma proprio tutti, hanno imparato a riconoscere. L’ultimo dei prodotti arrivati a Cupertino però ha rinunciato a questa specifica nomenclatura.
Cambio di rotta dovuto a Tim Cook? Niente affatto, perché dietro alla scelta di chiamare l’orologio semplicemente Apple Watch si cela un nostro connazionale.
Oggi abbandoniamo un po’ il campo della tecnica e ci orientiamo verso quello dei retroscena, pur sempre interessante per chi vive di pane e Apple.
iWatch? Marchio di un italiano
iWatch non era disponibile. La dura e cruda verità è tutta qui, dato che il nome in questione è proprietà di Daniele Di Salvo, fondatore e presidente di Probendi, che utilizza questo nome per vendere un’App per dispositivi Android, e qui forse è racchiusa tutta la comicità del fatto che viene utilizzata dalla polizia di Vercelli per mandare foto segnaletiche.
Si tratta di una beffa per Apple, colosso multimiliardario che ha dovuto cedere il passo ad un piccolo imprenditore del nostro paese, che non ne ha voluto sapere niente di mettersi d’accordo, preferendo di continuare ad utilizzare il nome in questione per la sua App.
Non si tratterà di un’App che gli frutterà milioni, ma da mettere in conto c’è anche l’orgoglio, quello che sicuramente gli avrà riempito il petto dicendo no ad Apple, proprio mentre l’azienda in questione sviluppa, principalmente, App per il maggior concorrente di Apple, il sistema operativo Android.
Questa è la storia che si cela dietro la scelta, piuttosto inusuale per Cupertino, di abbandonare il sistema iOggetto per presentare al mondo i suoi oggetti, un sistema che è stato obbligato a virare a causa di un coriaceo imprenditore italiano.
