Nuova grana per le pubbliche relazioni di Apple. Sarà presentato oggi nelle librerie infatti Haunted Empire (che suona un po’ come l’Impero Stregato), l’ennesimo libro che fa le pulci all’azienda di Cupertino.
Scritto da Yukari Iwatani Kane, ex giornalista del Wall Street Journal, il libro condanna Apple all’ininfluenza, adducendo quella che è un po’ la motivazione principe di chi non crede nel futuro dell’azienda diretta da Tim Cook: senza Steve Jobs mancherebbe quel fattore wow che ha permesso all’azienda di emergere.
Una critica forse banale, come hanno fatto notare i tanti che hanno potuto leggere il libro in anteprima, e che ha scatenato la reazione anche di Tim Cook, personaggio in genere piuttosto schivo e parco di dichiarazioni pubbliche.
“Un libro che non ha colto l’essenza di Apple”
Secondo Tim Cook il libro non sarebbe riuscito a cogliere l’essenza di Apple, che non è mai stata un’azienda di un solo uomo, ma che conta circa 85.000 dipendenti che, come ricorda Cook, “vanno ogni giorno a lavoro per dare il loro meglio”.
Una critica insomma a chi vede Apple come stregata dall’assenza di Job, assenza che, leggiamo tra le righe della dichiarazione di Cook, non sarà influente per il futuro.
Le profezie che si avverano sempre: non si può essere rilevanti per sempre
Quel che è vero è che questo libro, un giorno, avrà ragione. Non perché l’analisi sia particolarmente acuta, né tantomeno per la brillantezza del pensiero dello scrittore.
Apple è una azienda che, con alti e bassi, è rimasta sulla cresta dell’onda negli ultimi 30 anni, e che un giorno dovrà, come succede a tutte le aziende, accontentarsi della nicchia che rimarrà sempre fedele al marchio.
Non che ci vogliano fini analisti per capirlo: quel giorno arriverà. Non è detto però che, come fa intendere Yukari Iwatani Kane, questo avvenga in uno spazio temporale così vicino.