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MacBook Pro: è record di vendite

phil-schillerPhil Schiller, in una recentissima intervista con il giornale britannico The Independent, ha contribuito a diradare ogni tipo di foschia e di nebbia che circondava i nuovissimi MacBook Pro, di cui vi abbiamo già parlato in precedenza e che non hanno ricevuto un plauso unanime dalla critica.

Come avremo modo di vedere tra pochissimo, la risposta del pubblico però sarebbe stata delle più forti, dato che portarsi a casa in queste ore uno dei nuovissimi MBP sembrerebbe addirittura impossibile.

Il più alto numero di ordini di sempre

Secondo quanto riportato da Phil Schiller, che è il direttore del marketing di Apple e dunque il dirigente che più segue da vicino le evoluzioni che riguardano il mercato in senso stretto dei prodotti Apple, il nuovo MacBook Pro avrebbe ricevuto online il più alto numero di ordini di sempre, un numero di ordini che ha, per intenderci, superato tutti gli altri modelli nella settimana della loro uscita.

Dati importantissimi, che nonostante le critiche mosse ai modelli (di cui parleremo tra pochissimo) hanno decretato un innegabile successo commerciale per i nuovi notebook di Apple.

Critiche soprattutto tra gli utenti pro

Nonostante il successo di vendite, le critiche, come abbiamo avuto modo di dire sopra, non sono state completamente unanimi. In molti hanno sottolineato come i 16GB di RAM non siano poi sufficienti per chi fa un utilizzo importante per quanto riguarda le applicazioni di grafica, di editing di immagini e di editing video.

A dire il vero, però, il problema che riguarda l’ammontare di RAM non è dovuto a precise scelte progettuali di Apple, ma dal fatto che i processori Intel allo stato dell’arte non sono ancora in grado di supportare memorie di questa grandezza.

Una questione che potrebbe essere risolta con le prossime iterazioni della nuova linea di MacBook Pro, che però non dovrebbe essere presentata prima di 18 mesi.

Per ora chi ha bisogno di macchine più prestanti, o meglio, che abbiano a disposizione più RAM, dovrà necessariamente rivolgersi altrove.

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