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iPhone 5 di Tiziana Cantone bloccato come nel caso di San Bernardino

tiziana cantoneLe forze dell’ordine della città di Napoli sono riuscite a sbloccare lo smartphone iPhone 5 di Tiziana Cantone, la giovane donna suicida a seguito della pubblicazione su web di un suo video hard privato.

Con un procedimento similare a quello utilizzato dall’FBI per il caso del killer di San Bernardino (l’attentatore che assieme a sua moglie ha ucciso a colpi di pistola 14 persone in un centro sociale per disabili), le forze dell’ordine sono riuscite ad estrarre ed ottenere preziose informazioni dal telefono della ragazza ai fini investigativi.

Grazie al contenuto dello smartphone sono state recuperate molte informazioni fondamentali per le indagini sul suicidio della giovane. Per ottenere i dati i Carabinieri hanno sfruttato una falla di sicurezza del sistema iOS e sono riusciti a portare a termine quello che nel linguaggio informatico è conosciuto come un attacco ”brute force” (gli attacchi di brute force consentono agli esperti e agli hacker di decriptare informazioni riservate ed individuare le password di vari dispositivi).

Non conosciamo perfettamente in che modo i Carabinieri siano riusciti ad ottenere le informazioni, ma il recupero della password è avvenuto probabilmente per mezzo di un dispositivo esterno con un’elevata unità di calcolo. Nell’iPhone di Tiziana sono stati trovati dati importantissimi per le indagini come le ultime conversazioni con i suoi ex partner e anche le ultime chiamate effettuate dalla ragazza poco prima di compiere l’insano gesto.

Non siamo al corrente di quale versione di iOS fosse presente sull’iPhone della donna al momento dello sblocco, ma sappiamo che si tratta di un iPhone dell’anno 2012 con misure di sicurezza inferiori rispetto ai dispositivi di più moderna gamma in vendita oggi.

La presenza di un sistema operativo obsoleto e di un codice di protezione di sole 4 cifre, potrebbe aver semplificato l’attacco di brute force delle forze dell’ordine e dato alle indagini una svolta decisiva.

L’ingegner Carmine Testa, responsabile dello sblocco del dispositivo della donna, afferma che la procedura utilizzata dalle forze dell’ordine italiane è simile a quella che l’FBI ha eseguito per le indagini relative al killer di San Bernardino. Nel caso del killer il dispositivo era un iPhone 5c con specifiche molto simili all’iPhone 5 di Tiziana Cantone.

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