La battaglia tra Apple e l’FBI sta assumendo toni che, soltanto fino a qualche settimana fa, nessuno avrebbe mai immaginato. La polizia federale statunitense ha infatti appena diffuso un comunicato nel quale invita, giocando sporco, i concorrenti di Apple a sbloccare i propri telefoni (e dunque a fornire backdoor nei propri sistemi di sicurezza), allo scopo di offrire ai clienti americani un’alternativa “in linea” con quanto richiesto dal governo americano.
Si tratta di un trucco che in molti hanno definito “sporco”, in quanto l’FBI entra a gamba tesa nella piazza smartphone, cercando di polarizzare gli utenti su una guerra che si è combattuta, almeno fino ad oggi, senza esclusione di colpi.
Nessuno strumento legale per forzare Apple
La questione però sembra aver assunto anche altre proporzioni. Entrare infatti nelle dispute commerciali tra Apple e la concorrenza è chiaro segno che, almeno per il momento, l’FBI non ha assolutamente alcun tipo di strumento legale per forzare Apple a sbloccare il telefono. Si tratta di una questione che ha tenuto banco nelle corti e tra gli specialisti di legge americani per più di un mese e sembra che sia davvero pochissimo quello che l’agenzia di polizia federale può fare, allo scopo di entrare in possesso non solo dei dati custoditi all’interno dello smartphone dei terroristi di San Bernardino, ma più in generale nei telefoni di tutti i sospetti.
In Europa continuano le discussioni
In Europa comunque continuano le discussioni. La Francia ha proposto una multa di 1 milione di euro per ogni volta che Apple si rifiuterà di collaborare e anche in Italia si comincia a mormorare qualcosa. La questione non è, come abbiamo ripetuto più volte sulle pagine di questo sito, di lana caprina. Apple si trova infatti a scegliere tra l’essere strumento dei governi (anche contro i cittadini) oppure continuare a garantire ai propri utenti elevatissimi standard di sicurezza. L’azienda per ora sembra aver scelto la seconda, anche se la guerra non è ancora giunta al termine.