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Apple Music pagherà 0.2 centesimi per brano riprodotto nel Periodo Free

dollariLa polemica c’è stata, ed Apple ha deciso di ritornare sui suoi passi e dare ragione ai cantanti. Durante il periodo di prova del suo nuovo servizio Apple Music, infatti, verranno retribuiti (al contrario di quanto stabilito in precedenza) comunque i cantanti, a prescindere dal fatto che chi ascolti l’MP3 abbia un abbonamento attivo oppure stia ancora utilizzando il periodo di prova.

Si tratta di qualcosa di estremamente interessante, e non per la somma (di cui parleremo tra pochissimo), ma piuttosto per il fatto che Apple abbia deciso di ritirarsi da una negoziazione che gli costerà, potenzialmente, milioni di dollari.

2 cent ad ascolto

La somma è irrisoria, anche se contando il fatto che ogni persona mediamente potrebbe ascoltare anche 100 canzoni al giorno, potrebbe diventare decisamente interessante, soprattutto per le case discografiche.

Si parla infatti di 2 centesimi di dollaro ad ascolto, una somma che potrà sembrare irrilevante, ma che per i cantanti in grado di fare tanti ascolti potrebbe essere davvero sostanziosa.

Il tutto da moltiplicare per ogni utente, che potrà ascoltare quanta musica vuole, causando ad Apple un “danno da lancio del prodotto” importante, ma che comunque molto difficilmente andrà ad intaccare l’enorme tesoro sul quale Apple è seduta ormai dai tempi di Steve Jobs.

Commissioni più alte di tutto il mercato

Quello della musica in streaming comincia ad essere un mercato piuttosto affollato, con moltissimi servizi che sono ormai in grado di offrire librerie musicali estremamente vaste. Apple si è seduta a questo potenzialmente lucroso tavolo decisamente in ritardo ed è per questo motivo che ha deciso di offrire le commissioni più alte di tutta la piazza.

Si parla infatti di ricavi che facilmente sfioreranno il 75%, mentre il resto del mercato non offre che il 70% alle case discografiche. Una mossa dettata dal fatto che, per cercare di accaparrarsi più musica degli altri servizi, sarà sicuramente il denaro a cantare e non gli artisti.

Una battaglia persa? O forse no

Quella di Apple potrebbe essere stata anche una grossa mossa pubblicitaria, perché le proteste di Taylor Swift hanno finito per aumentare incredibilmente l’eco intorno ad un lancio di un servizio che, almeno per il momento, era decisamente in sordina.

Pubblicità gratis, o quasi, dato che prima o poi le case discografiche sarebbero arrivate a batter cassa, ignorando quelli che erano i voleri di Apple, ovvero di rendere il servizio gratuito per i primi 3 mesi senza che neanche un centesimo estrasse nelle casse delle case discografiche.

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