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Apple: la segretezza lascia l’azienda al palo

apple secretI fallimenti di Apple? Ce ne sono stati, è inutile negarlo e molti di loro sono sotto i nostri stessi occhi. Pensiamo ad esempio alle Mappe, che non sembrano ancora andare per il verso giusto, oppure ai servizi come Ping o Apple Music, con il primo che è stato chiuso in fretta e furia e il secondo che invece sembra stentare a decollare.

Non tutte le ciambelle riescono col buco, direte voi, anche se Trevor Darrel, dell’Università della California, sembra aver individuato nella più classica delle pratiche dell’azienda di Cupertino, la segretezza, il problema principale che si cela dietro a questi fallimenti.

Difficile attrarre nuovi talenti

Il primo problema sarebbe quello di attrarre dei nuovi talenti: dato che Apple tende a condividere poco in pubblico, non si innescano quelle sinergie positive con chi vive al di fuori dell’azienda. Questo vale per i campus universitari, per le conferenze e per tutte quelle occasioni nelle quali, intorno ad Apple, non sembrano verificarsi grandi assembramenti.

Il problema della partecipazione della community

Il secondo problema è direttamente collegato con il primo. In una situazione in cui Cupertino preferisce nascondere più che condividere, è difficilissimo che arrivino delle migliorie direttamente dalla community. Questo avviene ad esempio con i sistemi Linux e, in maniera minore, con quelli Windows. Con Apple invece è quasi impossibile, dato che l’azienda diffonde poco dei suoi sistemi e tantomeno permette ai singoli utenti di metterci le mani sopra.

Il caso più emblematico è quello di iPhone, uno dei sistemi più chiusi di sempre, ma lo stesso si potrebbe dire anche di Mac OS X, sistema che ad ogni iterazione si mostra sempre più blindato.

Cambiare? Difficilissimo

Quello che più preoccupa gli osservatori è che cambiare, nelle condizioni di Apple, è davvero difficile, dato che ormai la cultura di assoluta segretezza è parte integrante di Cupertino.

Se non si cambia, però, in un mondo dell’informatica sempre più integrato e partecipativo, il rischio è che si finisca con il rimanere indietro con tantissimi settori, come sta succedendo già con Mappe e Siri.

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